L’importanza della punteggiatura negli articoli
8 Giugno 2009 di Daniele Imperi
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“Lo scrittore che trascura la punteggiatura è destinato a non essere ben compreso.” Edgar Allan Poe, Marginalia, V.
La punteggiatura fa parte del linguaggio. Poe, eccellente e spietato critico, ha scritto una frase memorabile, che dovrebbe far riflettere quanti scrivono dedicando alla punteggiatura poca o nessuna attenzione. O trattandola come un insieme di simboli da usare a caso, senza logica.
A cosa serve la punteggiatura? A dare un senso alle frasi, a creare pause quando occorre, a chiudere una frase, a rendere una frase interrogativa o esclamativa, a separare frasi all’interno di uno stesso periodo.
Molti articolisti sbagliano l’uso della punteggiatura, inserendo virgole quando non serve, usando 4 o 5 punti esclamativi per rafforzare il tono di una frase o una decina di puntini di sospensione per rendere ancora più accentuata la sospensione o il senso di stupore che si vuol trasmettere.
Ci sono regole nella punteggiatura, così come ci sono regole nel linguaggio scritto. Un uso improprio della punteggiatura, oltre che creare incomprensioni nel testo, non migliorerà certo l’immagine dell’articolista.
Chi sbaglia la punteggiatura di fatto non conosce le regole dell’italiano scritto. E un articolista è tenuto a conoscerle. Un brevissimo ripasso non farà male.
- Virgola: indica una pausa, breve, all’interno di una frase. Va scritta, senza spazi, dopo una parola ed è separata da uno spazio dalla parola che segue. E’ quindi sbagliato scrivere “Ciao,come stai?” o “Ciao ,come stai?” E’ anche sbagliato scrivere “Il treno, partì in ritardo”. Non serve alcuna pausa in questo caso.
- Punto: chiude una frase. Va scritto, senza spazi, dopo una parola ed è separato da uno spazio dalla parola che segue. E’ quindi sbagliato scrivere “Sto bene.E tu? O “Sto bene . E tu?”
- Puntini di sospensione: sono tre, non un numero a nostro piacimento. Indicano una sospensione, che non viene accentuata in base al numero che scegliamo. Sono e tre e tre restano. E’ quindi sbagliato scrivere “Sto bene, ma………..”
- Punto esclamativo e interrogativo: è uno, ma per rafforzare se ne possono usare due o tre, non di più. Non ha senso scrivere “Attento!!!!!!!!!!!!!!!!!” o “Ma che fai????????????”
Voglio fare un esempio estremo, ma che farà subito capire come la mancanza di punteggiatura possa dare a una frase un significato del tutto impossibile.
Un contadino ha un vitello e la madre del contadino è anche la madre del vitello.
Scritta così, questa frase non ha senso, per motivi prettamente fisiologici. Una donna non può essere madre di un vitello… In questa frase manca la punteggiatura, e questa mancanza la rende una frase errata e senza significato alcuno. Inserendo la giusta punteggiatura:
Un contadino ha un vitello e la madre, del contadino è anche la madre del vitello.
La frase assume un suo preciso significato:
- un contadino ha un vitello e la madre;
- lo stesso contadino, oltre al vitello, possiede anche una mucca, la madre del vitello.
D’accordo, è stata scritta appositamente per poter trarre in inganno- e infatti era una sorta di indovinello- ma questo caso limite deve farvi capire l’importanza della punteggiatura nei testi.
Fate quindi attenzione alla vostra punteggiatura. Virgole e punti non possono essere messi a caso, sparsi qua e là per arricchire un testo. Servono a comprendere un testo, non a decorarlo.
Prima di pubblicare un articolo, quindi, provate a leggerlo ad alta voce, mettendo le giuste pause su virgole e punti. E poi traetene le dovute conclusioni.
Buon lavoro. 🙂
Ottimo post validissimo anche in ambito scrittura creativa. Non l’ho potuto non segnalare con piacere negli Appunti di scrittura creativa!
http://appuntidiscritturacreativa.tumblr.com/post/120455967/punteggiaturaistruzioniperluso
Grazie mille della segnalazione, Davide 🙂
Interessantissimo! Giro ora il link alla mia ragazza straniera che vuole iniziare l’universitĂ ad Urbino.
stra bello l’esempio del contadino e del vitello
bellissima spiegazione
Grazie Cecilia 🙂